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Crescita personale, consapevolezza di sé e degli altri.

Questo blog vuole proporre un insieme di informazioni, articoli e slide, che possono essere utili al raggiungimento di una maggiore consapevolezza di sé e degli altri e il raggiungimento di una crescita personale.

In questo blog troverete articoli scritti da me su vari argomenti di psicologia e benessere mentale, troverete presentati attraverso una galleria messaggi volti a spiegare il funzionamento dell'essere umano ed aiutare le persone a trovare strategie nuove per un miglior benessere mentale e relazionale.

 

BUONA LETTURA!

  • Immagine del redattore: Dott.ssa Anna Rita Mancini
    Dott.ssa Anna Rita Mancini
  • 3 nov 2023
  • Tempo di lettura: 7 min

L'immagine rappresenta un volto senza faccia.
disturbo-borderline
1.Il Disturbo Borderline di Personalità. Tale Disturbo è una "patologia psicologica" caratterizzata da una forte "instabilità affettiva ed emotiva", "incapacità di controllo degli impulsi", frequenti "difficoltà nelle relazioni" interpersonali e "un'immagine di sé distorta e negativa".
La persona con disturbo borderline avverte la sofferenza, riconosce le proprie difficoltà, ma non riesce a controllarle o ritiene che non dipendono da lui. "L'impulsività" è comune nei Borderline, "dall'autolesionismo" alle varie forme di "dipendenze" (alcool, droghe, gioco d'azzardo, rapporti sessuali frequenti, casuali e non protetti, abbuffate alimentari, guida spericolata e ricerca del brivido, spendere oltre le proprie possibilità, shopping compulsivo, etc.). I pazienti con Disturbo Borderline di Personalità tendono inconsapevolmente a sabotare la propria vita e i propri successi, per esempio possono lasciare gli studi poco prima del diploma o della laurea, cambiano continuamente lavoro, tendono a rovinare ogni relazione, d'amore, d'amicizia, coi familiari e tra colleghi, e anche col terapeuta. Possono essere presenti "pensieri paranoici" e a volte sintomi di tipo psicotico (ad es. allucinazioni), in genere scatenati da forti stress o più spesso dalla paura dell'abbandono. Questi sintomi sono però temporanei e di solito non abbastanza gravi da essere considerati un disturbo a sè. Nei casi gravi si rileva una "forte compromissione del funzionamento sociale" unita a "condotte autolesive" e "comportamenti suicidari e parasuicidari". 2.Psicoterapia: trattamento indispensabile, ma difficile. Proprio perché il paziente con Disturbo Borderline di Personalità tende a sentirsi abbandonato o trascurato - per esempio diventa furioso quando qualcuno importante per lui ha pochi minuti di ritardo o annulla un impegno, perché è spaventato e pensa che questo abbandono significhi che "è stato cattivo" (pensiero irrazionale) - è frequente che si verifichi il "drop-out", ovvero abbandono della terapia. In genere non si tratta di un vero drop-out, ma più di un "tira e molla", così come avviene in tutte le sue relazioni. Si allontana e abbandona la relazione quando è arrabbiato, per poi tornare quando si sente solo e fragile. Il borderline teme l'abbandono, non vuole e non riesce a stare da solo, però il suo cambiare continuamente e drammaticamente l'idea che ha degli altri lo porta suo malgrado a far scappare tutti e a ritrovarsi da solo. Può idealizzare un potenziale caregiver o amante nelle prime fasi del rapporto, come anche il terapeuta, pretende di spendere molto tempo insieme a lui, diventando possessivo ed estremamente geloso, per poi improvvisamente sentire che la persona non si preoccupa abbastanza restandone così deluso e scappando dalla relazione. Proprio questo passaggio dall'idealizzazione alla svalutazione riflette il modo di pensare in "bianco e nero", "bene e male" tipico del borderline. 3.Sulla Schema Therapy.
La Schema Therapy è stata sviluppata da Jeffrey Young che nello specifico affronta il trattamento Borderline di Personalità in una parte del testo professionale: Jeffrey E. Young, Janet S. Klosko e Marjorie E. Weishaar (2007) Schema therapy. La terapia cognitivo-comportamentale integrata per i disturbi della personalità, Erickson. Young ha sviluppato la Schema Therapy con l’obiettivo di superare i limiti della CBT tradizionale (terapia cognitivo comportamentale), integrando tecniche di diverse scuole ha ottenuto un modello terapeutico maggiormente efficace nel trattamento dei disturbi di personalità, tra cui quello Borderline. Il "punto centrale della Schema Therapy" è che ogni essere umano, fin dall’infanzia, ha dei "bisogni forndamentali" che devono essere soddisfatti, se questo non avviene la persona svilupperà una serie di "Schemi Maladattivi" e di "Mode Disfunzionali" che non le permetteranno di vivere una vita soddisfacente in piena armonia con se stesso e con gli altri. "L'efficacia del trattamento tramite Schema Therapy" deriva dal fatto che "integra elementi di terapia cognitiva comportamentale, della Gestalt, della psicoanalisi, della teoria dell’attaccamento, della psicoterapia costruttivista, della psicoterapia focalizzata sulle emozioni", in un unico modello. "Obiettivo terapeutico della Schema Therapy" è quello di "rendere consapevole il paziente dell’esistenza e del funzionamento dei suoi Schemi e Mode", al fine di aiutarlo a trovare "Strategie di Coping" più efficaci per soddisfare i suoi bisogni frustrati. Secondo Young sono proprio gli "Schemi Maladattivi" che si formano nell’infanzia, in seguito alle esperienze negative, all’origine dei "Disturbi di Personalità" o di altre patologie croniche. I "Mode" invece comprendono sia le "emozioni" che le "risposte di Coping", un Mode è dunque un insieme di "Schemi e relative risposte", adattive o maladattive, presenti nell'individuo. Per questo uno degli obiettivi del percorso terapeutico tramite Schema Terapy è "aiutare il paziente a passare da un mode disfunzionale ad uno più funzionale". 4.Quando un Mode è disfunzionale? Quando determinati Schemi o risposte di Coping emergono sotto forma di "emozioni negative" per l’individuo, o "evitamento" o "comportamenti autodistruttivi", allora si è in presenza di Mode disfunzionali. Secondo Young e colleghi nelle persone senza "Disturbi Psicologici" i vari Mode sono integrati in una definita e chiara "Identità Personale" e volontariamente regolati, mentre nei pazienti con "Disturbi di Personalità", in particolare nel "Disturbo Borderline di Personalità", si nota una "tendenza a passare da un Mode all’altro in modo rapido, improvviso e inconsapevole". In un momento sono vittime, poi persecutori, più tardi ancora possono trasformarsi in salvatori. "Manca l’integrazione di questi aspetti", la capacità di prendere le distanze dal Mode che li domina e la capacità di gestirne l’espressione. 5.Cosa prevede il trattamento secondo Schema Therapy? Il trattamento si divide in due fasi: “Assessment e psicoeducazione”, e “Cambiamento”.
Nella prima fase il terapeuta si focalizza nell'aiutare il paziente ad identificare gli "Schemi Maladattivi", cercandone le origini. In questo modo il paziente impara anche a familiarizzare con il "Modello degli Schemi" e a riconoscere i propri "Stili di Coping Maladattivi" che contribuiscono al mantenimento di questi Schemi. In questa fase il terapeuta si avvale di molteplici techiche: colloqui, somministrazione di questionari, compiti di automonitoraggio ed "esercizi immaginativi", questi ultimi aiutano il paziente a collegare le esperienze vissute nell'infanzia agli attuali problemi.
Terminati questi passaggi, terapeuta e paziente programmano una terapia che includerà l’utilizzo di "strategie cognitive, esperienziali e comportamentali" e si fonderà, come molte terapie, sulla "relazione terapeutica".
Alla luce di tutto questo si può riassumere che il trattamento prevede un "intervento trasformativo", sia a livello emotivo che cognitivo e comportamentale. In questo modo il disturbo si indebolisce e si attiva con intensità e frequenza minore. 6.Come funzionano le tre tecniche?
Le "tecniche cognitive" servono a mettere in discussione, attraverso il pensiero razionale, la validità dello Schema, che segue invece un pensiero irrazionale.
Ad esempio si chiede al paziente di elencare tutte le situazioni della vita che possono costituire una "prova oggettiva a favore della validità dello Schema e una contraria" ad essa.

Le "tecniche esperienziali" servono ai pazienti per "affrontare lo schema dal punto di vista emotivo". Con le "tecniche immaginative", ad esempio, le persone possono esprimere la rabbia o la tristezza che provano per ciò che hanno vissuto nell’infanzia. Così facendo possono proteggere e confortare il "Mode bambino vulnerabile", riuscendo a esprimere quei bisogni che avevano da bambini ma che non sono stati soddisfatti. Attraverso le tecniche immaginative e i "role-playing" i pazienti si possono esercitare a dialogare con le persone significative della loro vita, controbattendole e interrompendo il circolo vizioso che lo Schema crea a livello emotivo.

Le "tecniche comportamentali" servono a portare il paziente a modificare i "comportamenti disfunzionali". Paziente e terapeuta si mettono d’accordo su alcuni "esercizi comportamentali" da svolgere al di fuori delle sedute per sostituire le "Strategie di Coping Maladattive" con risposte nuove e più funzionali. I compiti da svolgere potrebbero non essere sempre facili per il paziente, per questo durante le sedute il terapeuta lo prepara e lo aiuta ad attraversare eventuali ostacoli, come un personal training. 7.Sulla relazione terapeutica. Gli "Schemi", gli "Stili di Coping" e i "Mode" si attivano e si presentano anche nella relazione con il terapeuta. In terapia, infatti, il paziente interiorizza il terapeuta come un "Adulto Funzionale" che contrasta gli Schemi Maladattivi, aiutandolo a vivere in modo più soddisfacente. Due aspetti della "relazione terapeutica" sono particolarmente importanti secondo la Schema Therapy: "l’atteggiamento di confronto empatico" del terapeuta e "l’utilizzo del parziale reparenting".
Attraverso "l’empatia", il terapeuta si approccia agli Schemi Maladattivi che si presentano nella seduta evidenziando al paziente come le sue "reazioni di Coping" siano distorte o disfunzionali.
La funzione di "reparenting" (una tecnica attraverso cui il terapeuta assume il ruolo di "figura genitoriale surrogata", al fine di trattare i disturbi psicologici causati dal caragiver) prevede che il terapeuta, nei limiti del rapporto terapeutico, fornisca al paziente ciò di cui aveva bisogno, ma che non ha ricevuto dai caragivers durante l’infanzia.
Si crea così una "relazione di accudimento" in cui il terapeuta funge da "genitore buono" che cerca di rispondere adeguatamente ai bisogni frustrati del bambino interiore del paziente (inner child). Attraverso il "Reparenting" e gli "esercizi immaginativi", si crea in seduta una situazione di ritorno al passato che permette al paziente di "ritornare ad essere quel bambino" e rivivere le esperienze che hanno determinato la formazione degli Schemi, ma questa volta in un "contesto protetto e sicuro" dove finalmente può vedere soddisfatti i suoi bisogni, grazie all’intervento del terapeuta nella scena. 8.Il mondo interiore del paziente borderline letto dalla Schema Therapy. Nel Disturbo di Personalità Borderline sono presenti "5 modes predominanti" che interagiscono tra loro in modo distruttivo. Il mondo interiore del paziente si presenta come la scena di un teatro dove entrano in gioco forze della crudeltà, della rabbia, della sottomissione e della indifferenza. I cinque modes attivi sono: il "bambino abbandonato e maltrattato" (a cui sono correlate le intense emozioni negative del paziente borderline); il "bambino arrabbiato e impulsivo" (legato agli scoppi di rabbia del paziente e ai suoi comportamenti impusivi); il "protettore distaccato" (correlato a comportamenti di evitamento emotivo, come la dissociazione, l’abuso di sostanze o il ritiro sociale); il "genitore punitivo" (connesso ai sentimenti di auto-svalutazione e auto-punizione); e "l'adulto sano", quello che deve essere rafforzato in terapia. CONCLUSIONI. Obiettivi ed effetti della Schema Therapy. L'obiettivo principale della Schema Therapy è quello di "aiutare i pazienti a trovare modalità maggiormente adattive e non distruttive" per soddisfare i propri bisogni, rafforzando l'adulto sano grazie "all'interiorizzazione del modello accudente" fornito dal terapeuta. La Schema Therapy aiuta anche a "modificare i comportamenti ed il modo in cui le persone si relazionano" con le figure significative e la modalità con cui si cerca di raggiungere i propri obiettivi di vita. Per domande sull'argomento lasciate un commento o scrivetemi all'indirizzo annaritamancini.re@gmail.com.







  • Immagine del redattore: Dott.ssa Anna Rita Mancini
    Dott.ssa Anna Rita Mancini
  • 20 ott 2023
  • Tempo di lettura: 2 min

Aggiornamento: 3 nov 2023


È da un po’ di tempo che vi piacerebbe iniziare un percorso di psicoterapia ma non sapete a chi rivolgervi o come muovervi. Vi sentite imbarazzati a chiedere informazioni?

Da chi vado? Da uno psicologo o uno psicoterapeuta? Quanto mi costerà? Cosa mi faranno fare?

Qua di seguito trovate una breve illustrazione di come funziona il primo contatto.


1) DA CHI VADO?

Ho già spiegato quando ci si deve rivolgere ad uno psicologo o uno psicoterapeuta e quali sono le differenze nella pagina "domande frequenti"


2) QUANTO MI COSTERA'?

a) Percorso attraverso il Servizio Sanitario Pubblico.

Per iniziare un percorso con il servizio sanitario pubblico si deve contattare il medico di base e farsi fare una prescrizione medica per accedere ad un primo colloquio.

Non è possibile scegliere la tipologia di approccio terapeutico o il professionista, ma il servizio sanitario pubblico ha come vantaggio principale l’avere un prezzo solitamente modesto.


b) Percorso attraverso psicoterapia privata.

Il mondo del privato è un mondo vasto e diversificato. Il costo è maggiore rispetto al pubblico, varia da un professionista all'altro, ma esiste un tariffario approvato dall'Ordine Psicologi Nazionale che prevede un minimo e un massimo, inoltre alcuni terapeuti all'occorrenza possono praticare una "tariffa calmierata".

La novità introdotta dallo Stato l'anno scorso per far fronte alla questione economica è il "BONUS PSICOLOGO", di cui alcune persone possono far richiesta in base all'ISEE.

Io stessa sono iscritta all'elenco dei terapeuti che aderiscono all'iniziativa.

Nel privato è possibile scegliere il terapeuta o l'approccio che si desidera seguire (tra quelli più popolari c'è il metodo psicoanalitico, cognitivo comportamentale, sistemico relazionale), questi si diversificano in base alla durata della terapia, al modello scientifico di riferimento e al metodo.


3) COSA MI FARANNO FARE?

Ciò che avviene nel primo colloquio (sia nel pubblico che nel privato) consiste in una prassi di valutazione ed analisi della domanda di terapia attraverso la raccolta della storia clinica del paziente e la somministrazione di alcuni test.

I test che verranno somministrati dal professionista servono ad indagare quelle che vengono definite "aree di funzionamento", ovvero aspetti emotivi, cognitivi, e relazionali del soggetto.

Riguardo la mia modalità rimando alla pagina "chi sono".








  • Immagine del redattore: Dott.ssa Anna Rita Mancini
    Dott.ssa Anna Rita Mancini
  • 19 ott 2023
  • Tempo di lettura: 2 min

Aggiornamento: 3 nov 2023


La professione dello psicologo, come citato nell'Ordinamento della professione di Psicologo dalla
L 56/'89, è una professione intellettuale, come quella del medico, dell'avvocato, etc.

Che cosa significa "Professioni intellettuali"?
Sono così definite tutte quelle attività professionali in cui la prestazione presenta un carattere intellettuale di gran lunga superiore a quello materiale. Ovvero, il raggiungimento del risultato non è tangibile, come ad esempio quello dell'artigiano, e non è obbligatorio, ma il professionista è moralmente e deontologicamente obbligato a garantire il massimo impegno e ad utilizzare tutte le competenze tecniche e metodologie scientifiche che rientrano nel suo bagaglio formativo ed esperenziale al fine di garantire il raggiungimento degli obiettivi concordati in fase contrattuale col cliente.

Due persone con in mezzo la frase "Non c'è salute senza salute psicologica":
La salute psicologica.

Nel caso dello psicologo si parla di attività di natura sanitaria, svolta da un professionista laureato e la cui professione è stata riconosciuta in seguito al superamento di un "esame di stato", debitamente iscritto ad albo professionale.
Lo psicoterapeuta è uno psicologo o medico formatosi attraverso una Scuola di Specializzazione riconosciuta dal Ministero, e regolarmente iscritto al proprio ordine professionale, in grado quindi di offrire percorsi maggiormente strutturati ed in possesso di competenze tecniche e trasversali maggiori.
Cosa significa dunque che "La salute psicologica è un diritto"?

Spesso ci si rivolge al professionista quando il disagio è insopportabile o quando le persone si sentono perse e senza speranza, occorrerebbe invece intervenire prima, per evitare una lunga e dolorosa sofferenza e per garantire il raggiungimento dell'equilibrio e del benessere in tempi brevi e veloci.
Per questo si sta puntando sempre più al riconoscimento del "diritto alla salute psicologica" anche nel nostro paese, attraverso campagne di sensibilizzazione e un lavoro a tavolino tra Ordine Nazionale Psicologi e Governo.

Dott.ssa Anna Rita Mancini

(Psicologa-Psicoterapeuta)

P.IVA 02315480356

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© Dott.ssa Anna Rita Mancini 2023

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